Maria Elisa Campanini
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Principi teorici

La floriterapia può essere considerata un metodo terapeutico e allo stesso tempo una concezione filosofica e psicologica, che Bach espose nei brevi saggi “Guarisci te stesso” (1931), “Libera te stesso” (1933) e “Essere se stessi” (1934), raccolte di riflessioni e conferenze in cui egli spiega i principi fondamentali della sua teoria e le proprietà dei rimedi floreali.
Pur nella sua essenzialità e semplicità, il sistema sviluppato da Bach può essere considerato come un modello di pensiero completo e integrale, con una sua epistemologia espressa in un impianto teorico e nella sua applicazione pratica, tanto da potersi definire come un “paradigma floriterapico”: chiaro e di facile comprensione, ma insieme profondo e globale.

Secondo il pensiero di Edward Bach, la malattia non deve essere considerata come un evento casuale, fortuito e ineluttabile, ma va sempre messa in relazione con uno stato di disarmonia psicologica ed emotiva, con sentimenti ed emozioni negativi, conflitti e stati d’animo dolorosi, recenti o di vecchia data, che provocano sofferenza e disagio. Rimossi e celati nella coscienza, questi conflitti interiori si manifestano però nel corpo, esprimendosi con un “linguaggio” simbolico sotto forma di sintomo fisico e prendendo di mira l’uno o l’altro organo-bersaglio. La malattia va allora considerata come “segnale” del nostro squilibrio o errore spirituale: ci ammaliamo quando soffochiamo la nostra creatività, non esprimiamo i nostri talenti e potenzialità, ci facciamo influenzare e fuorviare dalle interferenze altrui; quando proiettiamo sugli altri i nostri sentimenti negativi e siamo in preda a rabbia, odio, rancore, invidia, gelosia, intolleranza, egoismo, crudeltà; quando siamo schiacciati da ansia, paura, depressione, angoscia o solitudine, che ci impediscono di seguire le direttive del nostro Sé, la nostra natura più intima, autentica, vera e profonda.

Nel momento in cui ci fermiamo a riflettere sul senso della malattia e impariamo ad “ascoltarla” e a interpretarne il significato, potremo correggere la disarmonia che ne sta alla base e ritrovare la salute e il benessere. Se invece ci si limita a sopprimere il sintomo attraverso la semplice assunzione di un farmaco chimico, come avviene nella medicina allopatica, non si rimuove la vera causa scatenante del disturbo mentre le emozioni negative continueranno a somatizzarsi a livello fisico finché la persona non prenderà coscienza del proprio conflitto interiore. Solo se saranno eliminate le “malattie dell’anima” (le più gravi e pericolose, secondo Bach), si potrà realmente ristabilire l’armonia e quindi guarire.

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