Maria Elisa Campanini
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La tecnica del training autogeno

Training autogeno tecnica

Per eseguire gli esercizi è necessario scegliere un luogo tranquillo e silenzioso  (meglio staccare il telefono), con una  temperatura gradevole e luci soffuse; l’abbigliamento deve essere il più comodo possibile (è preferibile togliere scarpe o cinture strette).

La posizione migliore  per praticare il training è quella supina,  comodamente sdraiati su un letto o su un divano con un cuscino sotto la testa; le altre possibili sistemazioni indicate da Schultz sono la  “posizione a poltrona”, col soggetto seduto su una poltrona con lo schienale rigido e la schiena diritta, e la “posizione del cocchiere” ( seduti sulla parte anteriore di una sedia senza appoggiarsi allo schienale), più difficile da mantenere.

Dopo ogni seduta guidata dal terapeuta, in cui ha appreso le formule standard di induzione (cioè delle frasi ripetute ritmicamente per indurre il rilassamento), il paziente deve ripetere l’esercizio a casa, almeno due volte al giorno. E’ necessario, specialmente all’inizio, programmare gli orari di svolgimento degli esercizi e rispettarli puntualmente.

La durata di una seduta di training autogeno è di circa 15 – 20 minuti; per apprendere la sequenza completa dei sei esercizi sono necessari  da otto a dieci incontri col terapeuta, scaglionati per una durata da due a quattro mesi.

Di solito la seduta è individuale e adattata ad ogni singolo paziente, con le sue esigenze, le sue specificità, i suoi eventuali problemi, i suoi tempi personali di reazione. Il T.A. si può comunque applicare anche in piccoli gruppi, quando i componenti hanno finalità o problematiche comuni.

Per apprendere la tecnica del training autogeno all’inizio è indispensabile farsi guidare da un terapeuta che, dopo un accurato esame della situazione psicosomatica del soggetto,  gli fornirà  gli strumenti per  praticare da solo gli esercizi,  mettendolo in grado di conoscere meglio il proprio corpo e di usare il training per le sue necessità personali. Per questo la conduzione del T.A. deve essere svolta da un terapeuta qualificato, già formato con un addestramento personale: in tale modo la persona può trarre il massimo beneficio dall’apprendimento della tecnica.

Tutti sono in grado di seguire l’allenamento del T.A., anche i bambini per i quali sono stati elaborati particolari adattamenti della tecnica. E’ però necessario essere motivati a eseguire gli esercizi e parteciparvi con fiducia e disponibilità.
Esistono, però, anche casi di persone refrattarie al T.A., che non riescono a lasciarsi andare allo stato di passività (spesso per resistenze interiori al trattamento).

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