Maria Elisa Campanini
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Gli esercizi di Training Autogeno

Training autogeno esercizi

Sei sono gli esercizi standard del training autogeno, sui quali Schultz ha dettato delle indicazioni molto precise di esecuzione: l’esercizio della pesantezza, del calore, il controllo delle pulsazioni cardiache, del ritmo respiratorio, del calore addominale e della freschezza della fronte; ogni tempo è introdotto con una frase (induzione) standard.

Esercizio della pesantezza

L’esperienza della pesantezza inizia con l’induzione proposta dal terapeuta : “Il mio braccio destro è pesante”, ripetuta a più riprese, in modo monotono, e che il soggetto ( coricato e con gli occhi chiusi), deve ripetersi dentro di sé; nelle sedute successive il senso di pesantezza verrà esteso al braccio sinistro, alle gambe, a tutto il corpo. Con questo esercizio si ottiene uno stato di rilassamento muscolare profondo.

Esercizio del calore

Il terapeuta propone la formula: “Il mio braccio destro è caldo”. Normalmente si sentirà ben presto una sensazione di calore nel braccio e, successivamente, anche questa verrà estesa via via a tutto il corpo. L’ esercizio produce una vasodilatazione che genera un aumento del flusso sanguigno, con conseguente effetto benefico sulla circolazione del sangue.

Esercizio del cuore

A questo stadio in cui il soggetto percepisce il suo corpo pesante e caldo viene proposta la formula di presa di coscienza del cuore: “Il mio cuore batte calmo e regolare”. Il paziente avverte allora il battito del proprio cuore, il cui ritmo rallenta, producendo un miglioramento della funzione cardiovascolare.

Esercizio del respiro

Il terapeuta aggiunge ora la quarta formula: “Io respiro con calma” oppure “Tutto il mio corpo respira”; per il paziente si tratta di percepire il suo naturale ritmo respiratorio che, spontaneamente, si regolarizza diventando  lento e  profondo.

Esercizio del plesso solare

Il quinto esercizio riguarda la regolazione degli organi addominali. Attraverso la formula: “Il mio plesso solare è caldo” il paziente si concentra sulla zona sopra l’ombelico, dove risiede un importante ganglio nervoso (il plesso solare) che irradia fibre nervose a tutti gli organi addominali. L’esercizio provoca la sensazione di un dolce calore nella zona, producendo un aumento del flusso sanguigno negli organi interni.

Esercizio della fronte fresca

Ora che il corpo del soggetto riposa, disteso, immobile, pesante, inondato di calore, abbandonato ai ritmi armoniosi dei battiti circolatori e respiratori (Schultz, 1968) il terapeuta introduce l’ultimo esercizio, che riguarda la testa. Con la formula: “La mia fronte è piacevolmente fresca” il paziente viene indotto ad avvertire una  dolce sensazione di freschezza nella regione frontale (con conseguente lieve vasocostrizione nella zona dell’encefalo); ne deriva un senso di leggerezza mentale, di liberazione dai pensieri, di quiete.

Esercizi della ripresa

Alla fine di ogni seduta, sia col terapeuta che a casa propria, si devono eseguire dei movimenti specifici (la” ripresa”)  per evitare di passare troppo bruscamente dallo stato di rilassamento profondo a quello normale. Si devono muovere leggermente le mani, poi piegare e tendere le braccia per tre volte, flettere le gambe e, inspirando ed espirando profondamente, riaprire gli occhi.

ESERCIZI SUPERIORI

Gli esercizi descritti  costituiscono il cosiddetto “ciclo inferiore” (o somatico) del training autogeno, ed è a questi che ci si riferisce comunemente quando si parla del metodo. Esistono poi altri esercizi chiamati di “ciclo superiore”, non più orientati sul soma ma sulla psiche, e che  possono essere affrontati solo quando la persona ha raggiunto una completa padronanza del grado inferiore del training autogeno.

Essi hanno come scopo l’analisi di contenuti della mente attraverso la visualizzazione interiore di colori, oggetti, concetti astratti e  devono essere svolti sotto la guida costante di uno psicoterapeuta esperto. Attraverso tali esercizi viene favorita la produzione di materiale inconscio e vengono analizzati e interpretati i problemi esistenziali  che via via si presentano.

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