Maria Elisa Campanini
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La paura del dentista

Se la paura del dentista si trasforma in una fobia

 

La paura del dentista è una condizione molto comune e diffusa in ogni fascia di età. Nessuno, in effetti, fa i salti dalla gioia all’idea di sottoporsi a una visita dentistica o a cure odontoiatriche, ed è del tutto “normale” provare una leggera apprensione prima di un’estrazione dentale, trattamenti con trapano, anestesia o incisioni chirurgiche. Ma quando la paura di provare dolore si trasforma in una fobia che provoca forti stati di ansia, panico, agitazione o un autentico terrore di sedersi sulla poltrona del dentista (al punto da evitare di sottoporsi alle terapie), ci si trova di fronte a una situazione disfunzionale. In termini tecnici si chiama “odontofobia”, colpisce all’incirca il 15-20% della popolazione e viene riconosciuta come vera e propria patologia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le conseguenze di questa paura incontrollabile non riguardano soltanto gli effetti immediati di una visita, come lo scatenarsi di una crisi d’ansia in ambulatorio e l’incapacità di collaborare con l’odontoiatra, ma a lungo termine il rischio di rimandare e trascurare le cure mediche può provocare un peggioramento del problema iniziale e una graduale compromissione dello stato di salute del cavo orale o addirittura dell’intero organismo.

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Ma quali sono le cause dell’odontofobia? Per molte persone, la paura del dentista ha spesso origine in ricordi traumatici dell’infanzia, quando il bambino ha vissuto esperienze spiacevoli e dolorose, magari in ambito ospedaliero o associate a rimproveri da parte dei medici o dei genitori. Le tracce di queste memorie possono influenzare e intensificare, nella vita adulta, le reazioni emotive di “minaccia” alla vista di camici, medici, ambulatori, strumenti come aghi e siringhe o per certi odori di disinfettante.

Ci sono poi molti soggetti che avvertono un particolare disagio nelle situazioni su cui non possono esercitare il proprio controllo, come avviene quando ci si trova immobili, con la bocca spalancata, e come “intrappolati” sulla poltrona del dentista. Questo aspetto rimanda anche a una riflessione più sottilmente psicologica legata all’oralità. L’area della zona orale riveste infatti dei contenuti simbolici inconsci, legati alla nutrizione, ma anche alla vita affettiva, sentimentale e sessuale (pensiamo all’atto del baciare); rappresenta qualcosa di molto intimo e delicato e la sua esposizione e “invasione” da parte del dentista può scatenare sentimenti ansiogeni di imbarazzo, disagio e vergogna.

Naturalmente va sempre presa in considerazione la possibilità che la paura del dentista sia la proiezione esterna di un preesistente stato di stress e tensione emotiva, che provoca nel paziente un’enfatizzazione del dolore al momento della seduta odontoiatrica.

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                 Rock Rose

Ma quali strategie si possono utilizzare per superare l’odontofobia?

Le tecniche di rilassamento e il training autogeno sono un valido supporto per imparare a gestire la propria emotività, favorire la distensione muscolare, rallentare il ritmo del respiro e la frequenza cardiaca e calmare la mente. Anche l’ipnosi si dimostra un’ottima soluzione per distogliere il paziente dalla paura legata alle terapie e indurre un profondo stato di rilassamento fisico e mentale.

Nella mia esperienza, ho osservato la particolare efficacia della floriterapia nella prevenzione e nel trattamento di questo disturbo.

Emergency (fiori australiani) e Rescue Remedy (fiori di Bach) sono ormai utilizzati in moltissimi studi odontoiatrici come “pronto soccorso” naturale ad effetto immediato per tranquillizzare i pazienti, grandi e piccoli, in preda ad ansia e panico. Si possono assumere anche più volte e a distanza ravvicinata, fino a miglioramento della situazione. Chi è abituato a gestire personalmente i rimedi di emergenza, ne trae il maggior beneficio iniziando ad assumerli già dal giorno prima, per controllare paura e agitazione e arrivare all’appuntamento in uno stato emotivo più sereno.

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                      Cherry Plum

La miscela di essenze floreali va ovviamente personalizzata in relazione allo stato d’animo del paziente, ma ci sono alcuni rimedi che ricorrono con maggiore frequenza, in particolare quelli per ansia e panico.

Tra i fiori di Bach, la sinergia di Rock Rose e Cherry Plum permette di diminuire l’ansia esagerata e il panico, la paura di perdere il controllo e le crisi emotive, mentre Mimulus, ottimo preventivo in presenza di paure specifiche e fobie, favorisce un atteggiamento più positivo e coraggioso.

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                          Crowea

Tra i fiori australiani, Grey Spider Flower si dimostra utilissimo per chi “perde la testa” in preda al terrore, e manifesta i sintomi tipici dell’attacco di panico, come tachicardia, tremori, oppressione al petto, senso di soffocamento con dispnea. Crowea è un rimedio di grande giovamento in tutti gli stati di ansia generalizzata, paura, agitazione e inquietudine; l’essenza svolge non solo una funzione calmante, ma aiuta anche a distendere la muscolatura irrigidita dalla tensione nervosa e a prevenire somatizzazioni a livello gastrointestinale.

 

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