Maria Elisa Campanini
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Tosse stizzosa e floriterapia: un caso clinico

Marco B., 34 anni, viene in consultazione inviato dal medico curante. Soffre da alcuni mesi di una tosse secca e “stizzosa” senza causa apparente; sono state svolte numerose indagini cliniche, risultate negative, e anche uno specialista pneumologo ha escluso qualunque patologia organica. Entrambi i medici ritengono che il disturbo possa avere una base emotiva.

Marco, avvocato, lavora nell’ufficio legale di una grande azienda, è soddisfatto del suo lavoro, guadagna bene e apparentemente non sono presenti problemi di stress nell’ambito professionale. Vive solo, ha da poco acquistato un appartamento di cui è molto orgoglioso, i rapporti con i genitori e la sorella minore sono ottimi; ha una fidanzata con cui progetta (“con molta calma”) una convivenza e un gruppo di amici storici che vede spesso per fare musica a livello amatoriale. Dal colloquio con Marco non traspaiono problemi o segnali di disagio nella sfera personale o lavorativa; è solo preoccupato per la tosse persistente, alla cui insorgenza non collega eventi significativi, e che durante la settimana lo infastidisce tutto il giorno, mentre sembra attenuarsi alla sera e scomparire misteriosamente durante il weekend o in vacanza. In una recente trasferta per lavoro a New York il sintomo non si è presentato, per riapparire al ritorno in ufficio.

Cerco di indagare più approfonditamente sull’atmosfera che Marco “respira” nell’ambiente di lavoro, in particolare nei rapporti con i colleghi o con la dirigenza. Secondo un approccio psicosomatico, una tosse “stizzosa”, secca e irritativa, potrebbe essere letta a livello simbolico come un “segnale” di problemi relazionali di tipo sociale legati all’ambiente in cui si vive o si lavora; a rifiuto, fastidio, ostilità o frustrazione rispetto a persone o situazioni che generano irritazione, rabbia o collera trattenuta, introiettata e non espressa a livello conscio.

Quando lo invito a riflettere se c’è qualcosa o qualcuno verso cui prova irritazione, Marco ricorda improvvisamente che la tosse è iniziata dopo che nel suo piccolo ufficio, in cui aveva sempre lavorato da solo, è stato collocato un collega neolaureato molto giovane e “rampante” (nipote del proprietario dell’azienda), “sempre con lo smartphone in mano invece di lavorare”. I rapporti tra i due sono definiti cordiali (“ognuno fa il suo lavoro, anzi, io lavoro e lui gioca col cellulare!”), ma percepisco sentimenti di biasimo e intolleranza nei confronti del giovane collega, che ha “invaso” il suo spazio lavorativo e di cui disapprova il comportamento.

Marco è un tipo preciso, serio, perfezionista, infastidito dall’approssimazione e dalla superficialità; non si può permettere di esprimere a parole la sua frustrazione, ma la tosse sembra “segnalare” una sorta di “rifiuto” per una situazione vissuta come inaccettabile e fortemente irritante.

Propongo a Marco tre fiori di Bach: Beech, per allentare l’insofferenza e l’intolleranza, delle quali il giovane non sembra consapevole a livello razionale ma espresse a livello somatico dal sintomo; Willow, per il senso di frustrazione represso e molto contenuto; Walnut, per aiutarlo ad adattarsi meglio alla convivenza con il collega e come protettivo energetico del suo spazio personale.

Beech

Al successivo incontro la tosse è quasi completamente scomparsa. Marco racconta di aver provato inizialmente una forte rabbia dopo aver assunto i fiori, associata alla chiara sensazione di non poterne più di quella convivenza soffocante in ufficio e di voler fare qualcosa per cambiare. Nei giorni successivi, però, la rabbia si è a poco a poco stemperata e Marco, concentrato sui suoi impegni, ha iniziato a vivere con maggiore distacco la vicinanza con il collega, sentendosi molto meno coinvolto dai suoi atteggiamenti poco professionali. Ridimensionando la propria intolleranza, si è anche reso conto di essere stato troppo critico e giudicante. Il disagio emotivo, portato alla consapevolezza, non ha più avuto bisogno di cercare la via del corpo (in questo caso la tosse irritativa) per essere ascoltato, trovare il suo spazio, la sua espressione e il suo “senso”.

              

Walnut                                                                                    Willow    

Marco continuerà ad assumere la stessa miscela ancora per qualche settimana, mantenendo nel tempo i buoni risultati ottenuti.

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